La revisione è sempre un argomento centrale per ogni automobilista. Cosa cambia con il Certificato Revisione auto? Facciamo chiarezza sulle ultime news che riguardano gli utenti, ricordandovi che potete affidarvi sempre all’esperienza e alla disponibilità di Schettino Group.
Il Certificato di revisione auto entra ufficialmente in
vigore, ma né operatori né utenti sembrano essere adeguatamente informati su
questo certificato. E’ obbligatorio stamparlo? Bisogna darlo al cliente? E poi
Cosa succede se il cliente perde o dimentica il Certificato di Revisione in
officina? Abbiamo voluto chiarire queste altre curiosità con l’aiuto di
Vincenzo Ciliberti, delegato ai rapporti istituzionali di
Anara-Confartigianato. Ecco cosa cambia realmente con il Certificato di
Revisione, cosa resta immutato e cosa renderebbe più utile un documento voluto
da una direttiva europea.
IL CERTIFICATO DI REVISIONE E’ OBBLIGATORIO?
Bisogna stampare e consegnare il Certificato di revisione
auto ai clienti? Come ci spiega Ciliberti, la norma è inequivocabile. A
decorrere da oggi bisogna consegnare al cliente-utente la stampa che riporta
Telaio, numero di targa, chilometri percorsi e scadenza della prossima
revisione. Il problema invece nasce da quello che la norma non chiarisce. Alla
domanda spontanea del cliente “Cosa devo farci con questo?” non c’è una
risposta che l’operatore possa dare e non per sua negligenza. Il decreto
ministeriale ha introdotto l’obbligo voluto da una direttiva EU, ma lasciando a
metà un provvedimento che così com’è ha una sua utilità relativa. Gli Ispettori
tecnici e i Centri di revisione sono ancora in attesa di chiarimenti dal
Ministero su quello che devono rispondere ai clienti.
A CHE SERVE IL CERTIFICATO?
Perché da un lato il Ministero non ha definito le funzioni e gli impieghi del Certificato di Revisione (va conservato, esibito ai controlli, mostrato alla successiva revisione?). Dall’altro i contenuti del Certificato di Revisione stabiliti dal Decreto Ministeriale 214/2017, in vigore dal 20 maggio 2018, sono lontani da quelli che vorrebbe la direttiva EU. Si può dire allora in tutta onestà agli automobilisti che il Certificato di Revisione non serve praticamente a niente? Ni. Soprattutto se la percezione che hanno gli automobilisti dall’assenza di linee guida chiare li porta a lasciare tranquillamente il Certificato sulla scrivania del Centro revisioni. La soluzione? E’ nei contenuti, come ci spiega Ciliberti. “Di fronte alle domande legittime dei clienti, l’Ispettore del Centro di revisione è tenuto a dare dei chiarimenti su quella che sembrerebbe una semplice stampa”. Spiega Ciliberti “al di là del pezzo di carta e dell’inchiostro è un costo che grava sull’azienda”.
LE ANOMALIE LIEVI DIMENTICATE
Affinché questo costo possa avere un senso e una sua
finalità nel miglioramento della sicurezza stradale però “bisogna riempirlo di
contenuti utili anche all’utente- automobilista”. Rispetto agli altri Paesi
europei il nostro Certificato di Revisione infatti ripete solamente le
informazioni che si trovano già sul talloncino adesivo attaccato al libretto.
Mentre la vera differenza potrebbe farla riportare sul certificato le anomalie
“veniali” per le quali l’auto supera a denti stretti la revisione. “Qualche
esempio sono gli pneumatici che a 2 millimetri di battistrada superano la
revisione, ma sono prossimi al limite di 1,6mm previsto dal CdS” continua
Ciliberti. Riportare queste informazioni nel Certificato di Revisione lo
renderebbe davvero utile anche a tenere traccia di quello che andrebbe riparato
per rendere l’auto sicura ed efficiente al di là della revisione.
LA REVISIONE AUTO BUROCRATICA
Qualcosa che gli Ispettori con senso del dovere fanno già
informando verbalmente i clienti se si accorgono che qualcosa richiede una
messa a punto. Ma il Certificato sembra andare nella direzione opposta: più
carta da gestire e da smaltire, rendendo la revisione auto più burocratica e
meno tecnica. Ciliberti non usa mezze parole per spiegare le criticità che
affrontano i Centri di revisione auto. Criticità che maturano dopo anni di
adeguamenti richiesti ai Centri Prove dal Ministero. Il più recente è il NET2
che ha richiesto investimenti da 4-5 mila euro fino a 30-40 mila euro con lo
scopo di contrastare le finte revisioni. Ma che “ha introdotto tempi morti
nella procedura che si potrebbero impiegare per operazioni più tecniche e meno
amministrative”.
I CONSIGLI APPREZZATI DA POCHI AUTOMOBILISTI
“La prova dei fari è uno dei controlli più importanti cui prestiamo attenzione e nell’80% dei casi i fari funzionano male a causa della lampadina montata male dal cliente.” Continua Ciliberti “Così come ispezionare il sottoscocca ha permesso recentemente di rilevare una pericolosa perdita di benzina”. Controlli tecnici e obbligatori previsti dall’articolo 80 del CdS che vengono sempre di più eclissati da procedure amministrative in luogo di una più utile finalità tecnica. Un’auto può superare anche la prova freni con le pastiglie usurate. Ma un controllo del sottoscocca a tubazioni, mozzi e dischi permette di informare il cliente sul reale stato di usura dell’auto. Osservazioni e anomali lievi che per ora solo gli automobilisti più attenti alla sicurezza di guida sembrano apprezzare quando informati a voce dall’Ispettore. Ecco cosa potrebbe rendere davvero utile il Certificato di Revisione auto obbligatorio.
Fonte:
https://www.sicurauto.it/news/codice-della-strada/certificato-revisione-auto-va-stampato-e-dato-al-cliente/